venerdì 01 febbraio 2008 provincia pag. 31 TERRITORIO E LA NUOVA FERROVIA. Sì dell’ente di trasporto a una progettazione in sintonia con le comunità localiValdadige e supertreni:«Salveremo i vigneti»di Barbara Bertasi
La Regione garantisce uno stanziamento di 500 mila euro per progettare un attraversamento sostenibile della nuova linea ferroviaria alta velocità, «Corridoio I» in Valdadige, come promesso ai sindaci in un convegno organizzato a Rivalta, esattamente un anno fa (era il 22 gennaio), dal primo cittadino di Brentino Belluno, Virgilio Asileppi.La conferma di questo finanziamento è arrivata da un incontro in Provincia, cui erano presenti l’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, il presidente della terza commissione urbanistica, Tiziano Zigiotto, il presidente della Provincia Elio Mosele, l’assessore comunale all’urbanistica di Verona Vito Giacino, il direttore compartimentale Rete ferroviaria italiana (Rfi) di Verona Antonio Ciaravolo, la dirigente provinciale area pianificazione territoriale Elisabetta Pellegrini, tecnici regionali, provinciali e comunali.«La linea che da Berlino arriva a Palermo, con un sviluppo di circa tre mila chilometri e attraversa Verona ha due criticità: una di queste è il passaggio in Valdadige», ricorda Mosele. «È importante realizzare uno studio che permetta di individuare un tracciato che rispetti il territorio, i vigneti con produzione di vini doc e gli insediamenti abitativi».«Il tratto Fortezza-Verona, di circa 180 chilometri, viene progettato, eseguito e realizzato da Rfi», precisa l’ingegner Ciaravolo. «Mentre esiste già un progetto preliminare che riguarda il tratto prioritario Pescantina- nodo di Verona, una progettazione deve ancora essere fatta per quanto concerne quello intermedio che attraversa la Valdadige, cioè Brentino Belluno, Dolcé, Rivoli, Sant’Ambrogio e Pescantina. Ora, grazie a questo finanziamento regionale a cui Rfi contribuirà in parte, sarà possibile predisporla tenendo conto delle esigenze locali». I sindaci di questi Comuni, un anno fa, avevano fatto notare come l’impatto ambientale di un treno in superficie potesse essere devastante, come occorresse appunto effettuare uno studio che delineasse un percorso meno dannoso nella stretta valle, già percorsa da mille servitù: «Il canale Biffis, la provinciale 11, la statale 12, l’autostrada del Brennero, l’Adige, la ferrovia, il metanodotto, otto linee di alta tensione, innumerevoli tralicci di telefonia mobile», elenca Asileppi.«Ora abbiamo la certezza che questo tratto ferroviario (che potrebbe essere ultimato entro il 2030, dopo la realizzazione del lotto prioritario entro il 2020) potrà essere costruito sulla base di una progettazione condivisa tra Comuni Provincia, Rfi e Regione Veneto; cosa che ci permetterà di spingere a livello governativo per realizzare un percorso determinato non solo dalla volontà di spendere meno, ma dalla necessità di salvaguardare la zona della Valdadige», dice Mosele.«Questa progettazione condivisa potrà iniziare già nei prossimi mesi», fa sapere Ciaravolo ricordando che accordi similari sono stati sottoscritti con le province di Trento e Bolzano: «Ora, anche per Verona, potremo redigere uno studio di fattibilità tenendo conto delle principali caratteristiche dell’ambiente e dell’idrogeologia del territorio». Asileppi commenta: «Le mille servitù che massacrano questo nostro stupendo territorio sono più che sufficienti per rendere complicato intraprendere e portare avanti ogni genere d’iniziativa, sia di tipo urbanistico sia di tipo economico... anche coltivare un campo diventa a volte difficoltoso. Ci auguriamo veramente», auspica dunque, «che la progettazione promessa ci sollevi dall’arrivo di quest’ulteriore disgrazia. Un treno di alta velocità in superficie significherebbe devastare totalmente questo territorio e condannarlo allo spopolamento. Attendiamo ora che Rfi rediga alcune ipotesi di lavoro, poi ci metteremo a ragionare assieme».
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