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lunedì 27 agosto 2007

RASSEGNA TAC/TAV - Legge Obiettivo sulla TAV

Ecco un' altro interessante intervento sulla questione TAV
(ecco il link http://www.lavoce.info/news/view.php?id=10&cms_pk=2851 se volete vederlo direttamente sul sito www.lavoce.info)

Ecco qui il testo dell' articolo:

A volte ritornano: la reincarnazione della Legge Obiettivo
di Marco Ponti e Andrea Boitani


Il programma elettorale (2006) dell’Unione di centro-sinistra proponeva una modifica profonda della Legge Obiettivo, varata dal Governo di centro-destra. Oggi la logica di quella legge viene confermata dall’Allegato infrastrutture al Dpef. Elenchi di opere prioritarie, la cui priorità non è mai stata valutata; venti di finanza creativa; evocazione della “golden rule” e mega-finanziamenti a F.S.. Qualche ipotesi sul perché le cose vadano in questo modo.

Con il programma di Governo del 2006, il "Piano generale dei trasporti" (PGT), varato dal precedente Governo di centro-sinistra nel 2001, tornava ad essere il punto di riferimento in materia di politica delle infrastrutture e dei trasporti, per i partiti dell’Unione (1). A leggere il recente Dpef, sembra che il riferimento ai criteri fissati dal PGT sia divenuto sempre più vago, mentre tra le moltissime carte prodotte recentemente dal Ministero delle Infrastrutture si può addirittura leggere che "a quasi cinque anni dalla sua emanazione, la Legge Obiettivo si conferma come una novità fondamentale nel quadro dello sviluppo civile e produttivo del Paese".

Scelte di lunga percorrenza e poca lungimiranza

In effetti, dal voluminoso "Allegato infrastrutture" al Dpef si evince che la scelta dei progetti prioritari per il paese rimane quella della famosa lavagna di Berlusconi alla trasmissione "Porta a porta" del 2001 e poi riflessa nella Legge Obiettivo: un elenco di "grandi opere", selezionate con criteri strettamente politici, e tutte orientate al traffico di lunga percorrenza. Non ha importanza che – come riconosceva il citato programma elettorale dell’Unione - il 70% degli spostamenti di tutto il territorio nazionale si sviluppi nelle aree urbane e metropolitane e che soprattutto questi spostamenti incidano assai più di quelli di lunga percorrenza su congestione, inquinamento, e costi per le imprese. Ma su questo punto (e non solo) va segnalata una stridente contraddizione tra l’Allegato infrastrutture e il capitolo V.11 ("Infrastrutture") del Dpef, da un lato, e il capitolo V.12 ("Mobilità") dall’altro. A conferma che la scissione del vecchio Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in due ministeri separati (che hanno con ogni evidenza curato i due capitoli) non è stata una buona idea.
Dall’elenco di Berlusconi-Lunardi il Ministro Di Pietro si è limitato a rimuovere (sembra più posporre) il Ponte sullo Stretto di Messina, su cui, del resto, il programma elettorale era stato esplicito, ma che non è neanche tra le opere inutili più costose. E’ stato reintrodotta la linea AV Milano-Genova, che anche i vertici di F.S. hanno dichiarato più volte opera di scarsa utilità e costosissima. Coerentemente, è stato fatto invece un accurato censimento dei "desiderata" delle regioni, secondo una consolidata tradizione americana nota come "pork-barrel policy", che determina scelte molto inefficienti se riferita a finanziamenti da parte dello Stato centrale.
In buona sostanza, è stato fatto tutto ciò che esclude un serio confronto sulla priorità reale dei progetti, priorità che deve e può basarsi su analisi socioeconomiche e finanziarie omogenee, che includano anche i costi ambientali, e analizzino alternative tecniche adeguate, secondo la miglior prassi internazionale. A rigore, nel Dpef (soprattutto nel capitolo "Mobilità") c’è un richiamo alla necessità di analisi costi-benefici, ma sembra un’evidente foglia di fico, di cui si perde ogni traccia negli elenchi dell’Allegato infrastrutture (elenco che costituisce un modello noto come "shopping list").
Nel dibattito di questi ultimi mesi sono anche ritornati fantasmi, che sembravano già esorcizzati, come la "golden rule", invocata recentemente in più sedi dal Presidente della Commissione trasporti del parlamento europeo Paolo Costa. C’è da chiedersi, se la razionalità economica delle scelte è quella appena descritta, vigente l’attuale vincolo alla spesa, cosa potrebbe accadere in assenza di tale vincolo? Non è difficile immaginare che la spinta locale e settoriale a costruire le cose più fantasiose diverrebbe inarrestabile. Da notare è anche il fatto che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega al Cipe, Fabio Gobbo sia tornato a evocare la "finanza creativa" cara a Giulio Tremonti, nella forma di coinvolgimento di capitali privati, coinvolgimento che risulta in genere solo formale, nella misura in cui nella prassi dominante tali capitali risultano perfettamente garantiti dallo Stato per qualsiasi rischio.
In questo contesto appare particolarmente preoccupante la richiesta di finanziamenti europei fatta dall’Italia per moltissimi progetti della legge obiettivo: vi sono infatti 8 miliardi per ventisette paesi, e l’Italia ne chiede 700 milioni solo per l’AV Torino-Lione. Anche se arrivassero tutti, coprirebbero meno del 10% dei costi totali per la parte italiana del progetto. Ma purtroppo, anche se arrivassero cifre simboliche dall’Europa, ciò significherebbe l’impegno nazionale a coprire l’intero costo di ciascuna opera, ipotecando ingentissime risorse per gli anni a venire su opere molto onerose, di cui mai è stata verificata la priorità. Tale verifica non è stata fatta in modo comparato neppure per quanto riguarda la semplice redditività finanziaria dei progetti: e si noti che in presenza di risorse scarse, la redditività finanziaria è parametro essenziale anche per la redditività socioeconomica complessiva: a parità di quest’ultima infatti se si selezionano progetti a maggior ritorno finanziario se ne possono realizzare in maggior numero (2).

Tre aspetti da valutare

Quali sono le logiche "bipartisan" che sembrano emergere in questo delicato settore e che sono alla base della sostituibilità quasi perfetta tra l’Allegato infrastrutture di Di Pietro e quello che avrebbe potuto produrre Lunari? Si possono qui fare alcune ipotesi.

· La prima questione sembra essere l’informazione: i grandi progetti infrastrutturali sono stati da 5 anni oggetto di una sistematica campagna di supporto da parte degli interessi costituiti, che sono riusciti a rappresentare ogni forma di critica come manifestazione di contrarietà al progresso e alla modernizzazione del paese, tipica della sinistra estrema e dell’egoismo localistico. In realtà, sarebbe interessante effettuare qualche indagine sul livello di conoscenza tecnica dei problemi di trasporto dei supporters politici e industriali delle grandi opere. E ci stiamo lavorando…
· Un altro aspetto, più strutturale, riguarda il ruolo delle grandi opere civili: in questo settore moltissimi input devono necessariamente essere locali (in gergo: non è "foot loose") e perciò la concorrenza internazionale è storicamente poco presente. Questo fa sì che la spesa in opere civili sia praticamente l’unico modo attraverso il quale si possono erogare fondi rilevanti alle imprese nazionali senza incorrere nel divieto per aiuti di Stato.
· Un terzo punto, correlato con i due precedenti, è lo scandalo, subito dimenticato, dell’enorme crescita nel tempo dei costi della tipologia di opere più rilevanti, quelle dall’AV ferroviaria: così i costi per chilometro di linee ad alta velocità in Italia è stato (ed è previsto essere in futuro) oltre il triplo che in Francia o Spagna. Costi anomali, anche a parità di saggio di profitto, significa un flusso anomalo di risorse ai settori interessati, tramite F.S., che – a causa di tali extracosti - recentemente ha beneficiato di trasferimenti "cash" per 12 miliardi di euro. Queste risorse generano ovviamente una eccezionale capacità di pressione, politica e mediatica, perché tale flusso non si arresti.

(1) Per il bene dell’Italia. Programma di Governo 2006-2011, pp. 136-140.

(2) Bonnafous, A., Jensen, P. (2004), Ranking Transport Projects by their Socio-economic Value or Financial Interest Rate of Return? Paper presented at 10th WCTR, Istambul, July.2004, 11p. , e Ponti M. (2003), Welfare basis of evaluation, in Mackie P.J., Nellthorp J., Pearman A. D. (edited by, 2003), Transport projects, programmes, and policies: evaluation needs and capabilities, Ashgate Publishing Ltd, Aldershot (UK).

RASSEGNA TAC/TAV - Video riguandante TAC/TAV

In allegato il video con l' intervista del presidente della comunita' montana della Bassa Val di Susa Antonio Ferrentino che dice esattamente come stanno le cose dopo gli annunci di un nuovo tracciato diffuse dagli organi di informazione nelle scorse settimane.

Lo potete trovare sul sito di Beppe Grillo all' indirizzo http://www.beppegrillo.it/2007/07/linsostenibile_1.html

RASSEGNA TAC/TAV - "La Stampa" del 4 luglio 2007 sulla TAV

MAURIZIO TROPEANO
ROMA

Sulla Tav il governo apre la porta al referendum consultivo o a «tutte le forme di consultazione popolare che gli amministratori locali sceglieranno per ascoltare le comunità interessate dal passaggio della nuova linea». Nella sala stampa di Palazzo Chigi Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mostra con orgoglio i quaderni 1 e 2 frutto del lavoro dell'Osservatorio sulla Torino-Lione guidato da Mario Virano e mette in campo questa «ulteriore disponibilità» nei confronti dei sindaci. La prima risposta degli amministratori locali arriverà venerdì. Ieri, a caldo, uscendo dalla sede del Governo hanno accolto positivamente «questo elemento di novità introdotto», spiega Nilo Durbiano, primo cittadino di Venaus.

«Il Governo - spiega Letta - offre la massima disponibilità politica e non vuole imporre nessuno strumento». Una cosa, però, è chiara: non si tratta di una consultazione sul fare o non fare la Tav perché il «governo è intenzionato a presentare entro il 20 luglio all'Ue un progetto in grado di vincere i finanziamenti comunitari», puntualizza il sottosegretario. Il referendum o qualsiasi altro strumento rappresentano la conclusione di un percorso che ha sostituito al metodo delle «zingarate all'Amici miei dell'ex ministro Lunardi» quello della «costruzione e condivisione di un quadro di riferimento all'interno del quale sviluppare un dialogo franco, aperto e molto chiaro con le comunità locali».

Dunque i lavori dell'Osservatorio andranno avanti - «gli altri due quaderni dovrebbero essere presentati a cavallo dell'estate», continua Letta - in modo da arrivare entro la fine dell'anno «a presentare un documento condiviso su cui poi effettuare la consultazione con le comunità coinvolte». Il modello di consultazione è tutto da definire ma dalle prime indiscrezioni trapelate sembra ricalcare lo schema valido per gli accordi sindacali. Le parti firmano un'intesa di massima ma i rappresentanti sindacali si riservano di sottoporla alla convalida dei lavoratori direttamente interessati. Se così fosse la consultazione popolare delle comunità locali sarà riservata solo ai cittadini direttamente interessati dal passaggio della linea che dovranno esprimere un giudizio solo sul percorso di attraversamento del territorio del proprio comune. Il Governo, dunque, mette sul tavolo un ulteriore strumento per facilitare il dialogo. E lo fa perché riconosce che «nel passato i sindaci avevano ragione e aveva torto il governo». Il riferimento è al ministro Lunardi che ha «usato in Valsusa il modello Amici miei, cioè un gruppo di amici che si presenta in un paesino toscano e a voce alta spiega che qui si abbatterà la Chiesa, qui si farà un tunnel e il risultato che tutti si spaventano». Letta rilancia «il metodo Virano» che per Letta «potrà diventare un modello per la realizzazione di altre grandi opere perché non è dilatorio ma punta a rendere compatibili le esigenze dell'intero paese con quelle della Valsusa». I tempi di questo percorso, che si snoderà all'interno dell'Osservatorio, sono più elastici di quelli fissati dall'Ue ma «alla fine saranno in parallelo con quelli di tutte le grandi opere europee dei collegamenti Ten».

I sindaci, poi, hanno ottenuto anche che la tesi dell'opzione zero sia diventata la base di partenza dei lavori dell'Osservatorio perché come spiega Virano «è la soluzione su cui si dovrà lavorare e convivere nei prossimi 15/20 anni, perché può sopportare il triplo del traffico merci attuali, almeno in alta valle fino alla realizzazione della nuova infrastruttura».

RASSEGNA TAC/TAV - Tunnel del Brennero: come e' stato comunicato

Questa volta le Poste hanno funzionato benissimo. Inviata dal Presidente della Provincia Luis Durnwalder a tutte le famiglie del Sudtirolo, la letterina con allegato è giunta puntuale nelle case di tutte le famiglie sudtirolesi. Puntuali le Poste, certamente in ritardo la campagna informativa del Presidente che a lavori già iniziati e a decisioni già prese, invita la popolazione ad accettare come un regalo, e quindi a “non guardarci in bocca”, il futuro tunnel del Brennero. La prima domanda che ci siamo posti è quanto sono costati alla Comunità questi 6 fogli di propaganda elettorale, con allegato depliant in carta patinata ecologicamente orripilante. Di seguito pensiamo che di qualunque cifra si tratti, in Democrazia altrettanta cifra dovrebbe essere messa a disposizione per chi volesse esprimere un parere contrario, visto che si tratta di soldi pubblici. Ma non di un atto di democrazia si parla ma di un proclama solenne del re, che non ammette repliche e che boccia per definizione come sbagliate le informazioni di chi si oppone alla costruzione della Galleria. Un proclama che però nei contenuti diventa una barzelletta soprattutto quando afferma che con la Galleria di Base : i camion spariranno dall’autostrada ( oltre che principe anche magico!) che la struttura non arreca alcun disturbo che la ferrovia ha raggiunto il limite massimo di capacità che si prevede un costante aumento del traffico a livello europeoche non abbiamo alcun influsso sul traffico di transito, ma ne subiamo le conseguenze ( contraddicendosi poi, ammettendo giustamente, che solo l’adeguamento ( aumento) del pedaggio dell’autostrada del Brennero scoraggerà il traffico di transito). Tutte affermazioni già abbondantemente confutate e contraddette non solo dai così detti contrari, ma anche da istituzioni e da enti pubblici. Non un cenno all’ ambiente, alle amate valli, al paesaggio, alle falde acquifere, tutte vittime probabilmente predestinate. Tanti paroloni: futuro, progresso, sviluppo, competitività e per ultimo miglioramento della qualità della vita. Fra tante inesattezze e vuotezze su due concetti ci sentiamo di concordare con quanto scritto : “Sul binario per il futuro” e gli altoatesini( ma non solo), viaggiano volentieri in treno se il trasporto è efficiente. Questo è il motivo per cui riteniamo che invece di investire in progetti la cui eventuale conclusione si potrebbe vedere almeno fra 20-30 anni, epoca in cui le condizioni economico sociali ed ecologiche sarebbero completamente cambiate rispetto alle ipotesi iniziali ( pensiamo solo al problema del petrolio, che con il suo esaurimento spazzerà via i camion dalle autostrade), sia necessario investire nel miglioramento dell’attuale scadente rete ferroviaria, sotto utilizzata e mal ridotta. Il progetto Tunnel ci ricorda il progetto Ponte di Messina: capitali, finanze per megaprogetti difficili, ecologicamente impattanti, tecnicamente quasi impossibili, quando la rete stradale fa “acqua da tutte le parti”. A proposito di Berlusconi : la lettera del Presidente, a recapito domiciliare, ci ricorda tanto l’opuscoletto in cui l’ex Presidente del Consiglio ci raccontava la sua vita e quella dei suoi familiari, ricordo che anche allora eravamo in epoca pre elettorale. Sarà un caso ? Claudio Vedovelli
Leggi la Lettera “Sul binario per il futuro-Weichenstellen für die Zukunft” di L. Durnwalder sul sito www.ambientesalute.org

martedì 21 agosto 2007

RACCOMANDATA ALLE ISTITUZIONI

[Di seguito la lettera raccomandati con tutti gli intestatari, la cui finalità è di ottenere un incontro con le intenstazioni sotto riportate]



RACCOMANDATA A.R. Al Signor Sindaco del

Comune di Verona

Palazzo Barbieri

Piazza Bra,1

37121 Verona

RACCOMANDATA A.R. Al Signor Assessore dell’Urbanistica del

Comune di Verona

Palazzo Barbieri

Piazza Bra,1

37121 Verona

RACCOMANDATA A.R. Al Signor Assessore dell’Ambiente del

Comune di Verona

Palazzo Barbieri

Piazza Bra,1

37121 Verona

RACCOMANDATA A.R. Al Signor Presidente della Provincia di Verona

Palazzo Scaligero

Via S.Maria Antica, 1 (Piazza Dante)

37121 Verona

RACCOMANDATA A.R. Al Signor Presidente della Regione Veneto

Palazzo Ferro Fini

S.Marco 2322

30124 Venezia

RACCOMANDATA A.R. Al Direttore/Responsabile Compartimentale

di Verona delle RFI

Piazzale 25 Aprile , 1

37100 Verona

Verona, 2 luglio 2007

OGGETTO: Comitato T.A.C. – C.1 . Segnalazione problemi e preoccupazioni. Richiesta di incontro.

Egregi Signori,

siamo un comitato cittadino spontaneo ed apolitico costituitosi lo scorso Maggio 2007 per la tutela dei cittadini del quartiere San Massimo, Croce Bianca, Chievo.

A conoscenza che la linea ferroviaria storica del Brennero, che attraversa il nostro territorio, è interessata allo sviluppo della legge obiettivo nr.443/2001Corridoio 1 Berlino Roma Palermo ci riteniamo in diritto di essere correttamente ragguagliati sul progetto stesso: come, dove, quando?

Alcuni di noi singolarmente hanno cercato di accedere ai progetti presso il Comune, la Provincia, la Regione e la R.F.I. stessa: le risposte ottenute sono state le più vaghe e discordanti.

./.

segue lettera raccomandata a.r. del 02 luglio 2007 2.

E’ risaputo che per l’attuazione del Corridoio 1 esistono già dei progetti che evitano i centri abitati, più congrui al loro servizio, e meno devastanti per il territorio di quello che interessa il quadruplicamento della linea storica: perché non rivalutarli e prenderli in considerazione?

Precisiamo che sin d’ora il traffico di tale linea ed il rumore prodotto dai convogli supera il livello di tollerabilità. Rieniamo necessaria la verifica dei limiti di immissione da parte degli organi competenti ed il loro rispetto.

C H I E D I A M O

un incontro in tempi brevi con le Signorie Vostre per sottoporre le nostre proposte che consentano di contemperare le esigenze della popolazione e delle RFI nonché per potere essere informati sulla volontà delle singole Pubbliche Amministrazioni.

COMITATO T.A.C. – C.1

Il Presidente Sig. ADAMI FABRIZIO

Ed i soci promotori:

MAGAGNA DANIELA

PRANDO DAVIDE

GIRARDI SANDRA

CASAROTTI GRAZIA

MATTEI DANTE

ZANINI SILVANO

PS.: Si prega di inviare corrispondenza a

COMITATO T.A.C. – C1

C/o Daniela Magagna

Via Brigata Sassari n. 2

37139 Verona

lunedì 13 agosto 2007

GIORNALINO - T.A.C. C1 VERONA - NUMERO TRE

GIORNALINO INFORMATIVO

del comitato T.A.C. C1 - VERONA

Si parla sempre più spesso di Alta Velocità ed Alta Capacità, ma le informazioni riguardo il tragitto che queste linee copriranno e l’inizio dei lavori sono poche e contraddittorie.

Il progetto sarà sicuramente faraonico e porterà cantieri per anni, con via-vai di camion, polvere, rumore e strade dissestate, e tutto questo in un centri densamente abitati come Chiedo e San Massimo!

Meno spesso si parla del disagio causato da rumore e dalle vibrazioni per chi abita in prossimità della linea, che già ora è insostenibile. Con l’aumento del traffico previsto con il progetto di raddoppio della linea, questo problema sarà tale per un numero crescente di cittadini.

Per questi motivi, lo scorso 14 Maggio 2007 a San Massimo si è costituito un comitato per la tutela dei cittadini in merito al rumore ferroviario e l’informazione sui progetti futuri per la linea ferroviaria del Brennero: “T.A.C. C1 – VERONA”

ATTIVITA’ ESTIVE DEL COMITATO

INCONTRI CON ALTRI COMITATI

Durante i mesi di Luglio ed Agosto, sebbene non vi siano giunte molte notizie, il comitato si è mosso per cercare di raccogliere consensi ed appoggi. Per ora si è sviluppato tutto a livello di incontri, ma abbiamo avuto modo di sentire più persone e comitati.

L’intenzione del comitato è di raccogliere ancora informazioni ufficiali, dando ascolto anche a quelle ufficiose.

Abbiamo incontrato Stefano Zaninelli, ex-dirigente di RFI ed ancora facente parte del consiglio di amministrazione della Holding di RFI.

Egli sostiene che il progetto presso la provincia e la regione sia al più un “pre-preliminare”, cioè semplicemente una proposta e ci ha promesso di spedirci i progetti “veri” di Italfer.

Abbiamo incontrato Daniele Nottegar ed il comitato per il Corridoio V (Torino - Venezia) e dopo un breve dibattito e confronto, si è deciso di cercare il maggior numero di punti in comune, anche con altri comitati per organizzare una riunione al fine di sensibilizzare la popolazione, ma ancor di più le istituzioni. E l’occasione del vertice dei Ministri dei Trasporti UE ad ottobre, sembra una buona occasione.

Abbiamo inoltre incontrato il comitato della Strada di Gronda (Referente Daniela Campedelli) in cui è nuovamente emerso il problema principale della sensibilizzazione di tutti i quartieri interessati dalla linea ferroviaria C1, dalla strada di Gronda e tutte le infrastrutture in progetto: non è un problema di due o tre nuclei abitativi, ma di tutto il quartiere.

A breve seguiranno altri incontri di questo tipo, con il fine anche di concretizzare le idee emerse.

ALTRE ATTIVITA’

Tra le altre attività ventilate durante l’ultima riunione aperta il comitato T.A.C. C1 – VERONA ha presentato Esposto al Sindaco Flavio Tosi riguardo l’attuale situazione di disagio acustico. Tale esposto è stato preso in considerazione e a breve l’ARPAV uscirà a prendere le misure acustiche dello stato attuale. Ciò darà maggiore voce al comitato per le sue attività future.

Inoltre il comitato ha richiesto formalmente a Regione, Provincia, Comune ed RFI degli incontri ufficiali al fine di avere notizie certe riguardo questo progetto, di cui ancora molte sono le ombre.

Nel frattempo stiamo anche aggiustando con il Geometra Fidenzio Pasqualini, il progetto per un percorso alternativo a nostro avviso meno impattante e più sostenibile economicamente e dal punto di vista dell’urbanistica. A breve il comitato conta di organizzare una nuova riunione aperta al pubblico per esporre questo progetto.

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Come indicato sopra, il comitato cercherà di promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione attraverso assemblee pubbliche e attraverso lo strumento del giornalino.

Oltre che di adesioni, siamo a caccia di idee, per cui, chiunque avesse commenti, correzioni, puntualizzazioni o altro è cortesemente invitato a contattare il Consiglio Direttivo attraverso un qualsiasi suo membro (vedi tabella sottostante)

Il Segretario

Davide Prando


Email ed ulteriori informazioni: Tac.c1.verona@gmail.com